Napoleone versus Byron

Luigi Mascilli Migliorini

Dialoga con Lucilla Niccolini

Byron amò sempre Napoleone. Gli era stato facile vedere nella sua fame di vita la propria stessa fame, come gli era stato facile vedere dietro quella fame il disagio di esistenze destinata a una infelicità non meno frenetica, non meno inappagata della loro fame. Non ci fu vittoria per Napoleone, come non ci fu gloria amorosa o letteraria per Byron che potesse placare la loro inquietudine. E se in tanti li seguirono, sulle vette dei loro trionfi e negli abissi delle loro sconfitte, era perché la loro era una inquietudine contagiosa, pronta a popolare almeno tre generazioni romantiche non di svenimenti e languori (come spesso si immagina) ma di guerre e di sangue, di fantasmi e castelli diruti, di vampiri e di Frankenstein.